Il vero “ascolto attivo”

“Ascoltare” è molto diverso da “sentire” o da “aspettare il proprio turno per parlare”, cosa che invece fa la maggior parte della gente.

E l’ascolto attivo è l’elemento più importante, in assoluto, quando si parla di comunicazione efficace.

In effetti suona strano: la parte più importante della comunicazione non dipende da qualcosa che dici tu. Al contrario, riguarda lo stare in silenzio con le orecchie tese.

Innanzitutto, quali sono gli elementi che differenziano l’ascoltare dal sentire?
Nell’ascolto attivo, devono necessariamente esserci:

– Concentrazione
Essere concentrato significa che, mentre il tuo interlocutore parla, devi evitare di pensare alla spesa che farai dopo un’ora, al tuo film preferito o alla risposta che darai. Pensa a ciò che ti viene detto, ragiona su questo e poi, solo in un secondo momento, pensa a cosa rispondere.

– Interesse
Se il tuo obiettivo è creare una buona relazione con il tuo interlocutore, devi essere e sembrare interessato a ciò che ti viene detto. Il motivo è molto semplice: se sei sinceramente interessato, il tuo interlocutore se ne accorgerà e questo porterà grandi vantaggi a livello di empatia; inoltre, essere davvero interessato ti permette di cogliere nuove sfumature, nuove informazioni e nuovi punti di vista, in grado di arricchire la tua visione del mondo.

– Generosità
Cosa c’entra la generosità con l’ascolto? Semplice: i logorroici sono egoisti. Magari lo sono in mala fede, tante volte lo sono in buona fede. Ad esempio, pensa a una persona che nella sua vita, anche privata, non si sente ascoltata: non appena trova qualcuno che sia un minimo “accogliente”, che lo ascolta per davvero, riversa su di lui tutto il suo mondo interiore, perché questo lo fa stare bene, in quanto equivale, inconsciamente, a gridare “Io esisto! Io ho idee, valori, convinzioni mie e riversarle su di te dimostra che anche io sono un essere unico e speciale!”. Ecco perché l’ascolto attivo richiede generosità, in quanto tu, per la maggior parte del tempo, devi stare in silenzio. Qualcuno dice che abbiamo due orecchie e una bocca perché dobbiamo ascoltare due volte tanto rispetto a quanto dobbiamo parlare. Io sono ancora più drastico e mi rifaccio alla legge di Pareto: 20% parli, 80% ascolti.

In aggiunta, c’è forse il più importante, e più impegnativo, degli elementi che riguardano l’ascolto attivo: l’assenza di giudizio.
Se mentre ascolti, giudichi, la tua micro comunicazione non verbale, sicuramente, ti tradirà. Che sia una valvola di sfogo emotivo (ti gratti, giochi con la cravatta, muovi ritmicamente un piede sotto il tavolo), una microespressione facciale o una modifica nella respirazione, qualcosa accadrà. E il tuo interlocutore, anche se non è un esperto di comunicazione non verbale, a livello inconscio se ne accorgerà e la sua amigdala entrerà in allarme, generando in lui, nella migliore delle ipotesi, un pensiero del tipo “questa persona non mi sta ascoltando davvero… quindi a pelle non mi piace”.

Ma perché l’ascolto attivo è così importante quando si parla di comunicazione efficace?
Beh, i vantaggi sono innumerevoli, alcuni sicuramente scontati:

– ascoltare attivamente ti permette di apprendere informazioni, sia personali, sia professionali. Le prime servono a creare ancora maggiore empatia, le seconde a offrire il servizio/prodotto più adatto al tuo interlocutore;

– allenare la memoria aiuta ad ascoltare meglio… e ascoltare meglio aiuta ad allenare la memoria, perché ascolti davvero quando, poi, ti ricordi ciò che ti è stato detto. L’ascolto attivo è un esercizio molto utile per il cervello, perché ne aumenta le sinapsi, ne potenzia la plasticità e favorisce l’apertura verso nuove idee;

– la cosa più importante di tutte: ascoltare una persona la fa sentire importante, valorizzata, tenuta in considerazione. Questo genera un effetto stellare a livello di empatia, stima e fiducia nei tuoi confronti. Pensaci: le persone che non ti ascoltano, spesso ti stanno antipatiche. Al contrario, nutri stima, rispetto e, spesso, affetto per chi ti ascolta.

Quindi, la prossima volta che interagisci con qualcuno, invece di pensare a cosa dire, pensa a che domande fare e poi sintonizzati sull’ascolto attivo.
Entrambi vi regalerete una meravigliosa opportunità di crescita.

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