Cos’è l’Intelligenza Linguistica?

L’Intelligenza Linguistica è una delle 7 contemplate nel modello delle intelligenze multiple, teorizzato dallo psicologo statunitense Howard Gardner.

Essa si riferisce alla capacità di apprendere e utilizzare il linguaggio scritto e parlato per capire e farsi capire.

In realtà, però, si tratta di molto più di questo.

Il linguaggio, infatti, è il principale strumento che usiamo per relazionarci con gli altri, ma pochissime sono le persone che ne conoscono il reale potere e i precisi impatti che le parole producono sul cervello umano.

La disciplina nota come “Intelligenza Linguistica” riguarda dunque tutti quegli studi sul linguaggio, che ne hanno scoperto le reali potenzialità e rappresenta un bagaglio di strumenti e tecniche da utilizzare nella propria vita per migliorare la comunicazione con se stessi e con gli altri.

 

Il vero potere del linguaggio

Per prima cosa, è fondamentale sfatare un mito: il livello verbale della comunicazione (ossia le parole che usiamo) è tanto importante quanto quello paraverbale (il modo di usare la voce) e quello non verbale (gesti, espressioni facciali, abbiagliamento, ecc.).

È importante sottolineare questo concetto, in quanto alcuni studi male interpretati dello psicologo Albert Mehrabian parrebbero andare in un’altra direzione, concedendo alle parole solo il 7% del peso in una comunicazione faccia a faccia. Non è così e a spiegarlo è lo stesso Mehrabian.

Inoltre, le parole hanno il grande potere di creare la realtà.

Non la realtà oggettiva (che è, si dice, totalmente inconoscibile), bensì quella soggettiva, ossia ciò che noi vediamo, sentiamo, percepiamo.

Questo avviene a causa di una serie di meccanismi tipici del cervello umano, anch’essi dimostrati scientificamente più e più volte.

Per prima cosa, va detto che il nostro cervello inizia a ritenere una cosa importante (e a farla propria, interpretandola come vera, naturale, acclarata) quando se la sente ripetere più volte, specialmente se da fonti che ritiene autorevoli. E, solitamente, per il nostro cervello non esiste nessuno di più autorevole di noi stessi. Di conseguenza, più ripetiamo (e ci ripetiamo internamente, con quella vocina con cui pensiamo, che tecnicamente si chiama “Dialogo Interno”) alcune cose, più esse diventeranno vere per il nostro cervello, fino a diventare anche convinzioni, obiettivi, tratti caratteriali.

A questo punto, entra in gioco un altro meccanismo tipico del cervello umano, che si chiama “Principio di Coerenza Interna”. Funziona così: il cervello ha bisogno di trovare coerenza fra ciò che crede e ritiene importante e ciò che vede nella realtà circostante.

Se così non fosse, il nostro cervello andrebbe in tilt, la nostra autostima ne risentirebbe e proveremmo una forte sensazione di disagio (anche questo fenomeno ha un nome tecnico, ed è “Dissonanza Cognitiva”).

Per evitare la Dissonanza Cognitiva, ecco dunque che il cervello interviene nella nostra percezione della realtà, usando dei filtri che, in particolare, si chiamano Distorsioni e Cancellazioni: in parole semplici, tendiamo a distorcere la realtà e a cancellarne intere porzioni in modo da rendere la realtà coerente con ciò che già abbiamo dentro di noi e, in pratica, in modo da “vedere solo ciò che vogliamo vedere”.

Si tratta di meccanismi automatici, di cui spesso non ci rendiamo conto, e che avvengono nel cervello di chiunque e in assoluta buona fede.

Ricapitolando: più ci ripetiamo, ripetiamo ad altri o ci viene ripetuta da una fonte autorevole una determinata cosa, più per il nostro cervello diventa vera. A questo punto, il cervello “adatta” la realtà circostante che percepisce per renderla coerente con ciò che per il nostro cervello è vero ed evitare la Dissonanza Cognitiva.

Le parole creano la realtà, come dicono i maghi (“Abracadabra” deriva dall’aramaico e significa “Io creo come parlo”) e come è scritto, ad esempio, nella Bibbia (“In principio era il Verbo. E il Verbo era presso Dio. E il Verbo era Dio”).

 

Così come dici stai (e fai stare)

E c’è di più.

Diversi importanti studi internazionali hanno infatti dimostrato che esiste una stretta correlazione fra le parole e gli ormoni.

Pare infatti che l’utilizzo (orale e scritto) e la ricezione di specifiche parole faccia sì che il nostro cervello rilasci determinati ormoni, a seconda del tipo di parola con cui entriamo in contatto.

Ci sono parole che favoriscono, ad esempio, il rilascio di Ossitocina (l’ormone dell’amore), altre di Dopamina (l’ormone della ricompensa), altre ancora di Cortisolo (l’ormone dello stress) e così via.

E perché queste scoperte sarebbero così sensazionali?

Semplice: perché il mix di ormoni che abbiamo in corpo dà vita a ciò che noi comunemente chiamiamo emozioni.

E le emozioni guidano i nostri pensieri, le nostre scelte, i nostri comportamenti.

Tutto questo ci insegna che esistono molti modi diversi di pensare, di dire e di scrivere le stesse cose e, in base a come lo facciamo, siamo in grado di modificare la percezione della realtà (nostra e degli altri) e, soprattutto, di veicolare (a noi stessi e agli altri) emozioni diverse.

Per esempio, dire a una persona che “svolgere il tal compito è difficile e richiede molti sacrifici” produce risultati diversi dal dirle che “svolgere il tal compito è sfidante e richiede il massimo impegno”, non trovi?

 

I vantaggi dell’Intelligenza Linguistica

Quanto detto fin qui non è che la punta dell’iceberg di questa sorprendente disciplina, la quale ha risvolti pratici e immediati in ogni contesto.

Pensa a tutte le volte in cui, pur essendo animato dalle migliori intenzioni, non sei riuscito a raggiungere i risultati relazionali che volevi: con tua figlia, con tua moglie, con tuo marito, col tuo collega, col tuo capo, col potenziale cliente, ecc.

Probabilmente accadeva perché non conoscevi questi meccanismi delle parole e del cervello umano e, dunque, usavi il linguaggio in modo un po’ randomico.

Approfondire questo argomento è di straordinaria importanza per chiunque, perché è in grado di migliorare ogni aspetto della propria vita a costo zero.

Basta solo uscire dalla zona di comfort, impegnarsi un po’ ed essere costanti e, come per tutte le cose, dopo un po’ di tempo di pratica imparerai anche tu a usare in modo eccellente il grande potere magico del linguaggio.

 

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